Abbiamo finora attraversato quattro importanti rivoluzioni all’interno delle nostre aziende.
Stiamo ancora seminando con buoni auspici del vento del cambiamento targato “Incentivi 4.0”,
ma nell’epoca della rapidità e dell’aggiornamento come unica certezza, siamo già pronti,
dobbiamo già essere pronti ad aprire le porte ad una nuova rivoluzione, ancora più significativa:
Quando si accenna alla collaborazione tra macchine ed esseri umani, la maggior parte degli scenari che si delineano nel nostro immaginario,
ci riportano alla fantascienza raccontata nei fumetti e nei film di qualche anno fa.
A volte in chiave positiva, ma spesso e soprattutto in chiave negativa.
Noi vogliamo parlarne facendo chiarezza in modo concreto, come il nostro obiettivo ci impone.
Intanto liberandoci dai preconcetti che suggeriscono i luoghi comuni.
“Se lo farà un computer le persone perderanno il lavoro”
“Se un computer “ragiona” perderemo il controllo?”
Oppure “Non ho bisogno di un computer, sono in grado di analizzare da solo come va la mia azienda”
Sono solo alcune delle esternazioni dubbiose che si sentono quando si accenna alla collaborazione tra macchine ed esseri umani.
Ma è realmente così? Andiamo ad analizzare queste obiezioni portando degli esempi concreti.
Ad oggi le aziende che utilizzano Etwin hanno delegato al software questi compiti:
Le persone che hanno usufruito di queste novità si sono ritrovate con meno operatività inutile, delegata giustamente al digitale. Hanno perso il lavoro?
Se “un computer ragiona”, mi suggerisce rapidamente dei dati che posso sfruttare in modo concreto per prendere decisioni adeguate e obbiettive.
Se “un computer ragiona” posso ad esempio sfruttare i dati inseriti e pianificare il reparto produttivo incrociando disponibilità delle macchine, presenze di collaboratori, materiale disponibile, tempi di consegna.
Un computer può definire grazie a dei calcoli matematici la perfetta combinazione di questi dati, suggerendo una pianificazione al responsabile di reparto.
Abbiamo perso il controllo? Assolutamente no.
La negazione del progresso è innaturale e pericolosa: non possiamo fermare il progresso,
non possiamo impedire l’avanzare della tecnologia che ha come fine ultimo il migliorare, semplificare e promuovere una vita migliore per ognuno di noi.
Quando scriviamo della nostra Intelligenza Artificiale, andiamo a riassumere con un nome, degli algoritmi che stiamo applicando per determinare alcuni calcoli
che per per la mente umana sono troppo complessi.
E per questo la collaborazione tra macchine e uomini avviene:
perché le persone hanno bisogno di semplificare le procedure di una vita che richiede sempre più attenzione perché sempre più complessa.